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Il fumetto de L’eroe dei due mari è online

(Pdf scaricabile gratuitamente)

Nove anni fa usciva il romanzo “L’eroe dei due mari”, in cui Taranto e la questione Ilva venivano raccontati attraverso la storia di un grande calciatore che va a giocare in una piccola squadra.

All’inizio del 2012, con Carlo Gubitosa ed Emanuele Boccanfuso, si decise di trarre da quel romanzo un graphic novel, in cui il risveglio civile di Taranto attorno al caso Ilva – evocato dal romanzo e nel frattempo concretizzatosi sempre più anche nella realtà – avesse il massimo risalto.

“L’eroe dei due mari – Taranto, il calcio, l’Ilva e un sogno di riscatto” fu pubblicato nell’autunno del 2012, cioè subito dopo che – in seguito al sequestro dell’area a caldo Ilva e all’avvio del processo “Ambiente svenduto” – Taranto era diventata un caso mediatico nazionale e le sue strade si erano riempite di cittadini che protestavano e chiedevano giustizia, in modo non dissimile da quanto si raccontava nelle pagine del libro e del fumetto.

Ricordo ancora bene, e con commozione, l’atmosfera che si respirava all’affollatissima inaugurazione della mostra “Gli eroi dei due mari”, nella galleria del Castello Aragonese. Ricordo l’entusiasmo, le paure, le speranze.

Oggi, sette anni dopo, diverse cose sono cambiate a Taranto, alcune in peggio, altre in meglio. Molte altre, invece, sono rimaste uguali. E’ rimasta secondo me uguale – purtroppo e per fortuna – anche l’attualità de L’eroe dei due mari.
Per questo, con Carlo, Emanuele e tutti gli altri bravissimi disegnatori con cui ho condiviso quest’avventura, abbiamo deciso di mettere il graphic novel de L’eroe dei due mari – la cui versione cartacea è esaurita da lungo tempo – a disposizione di tutti sul web, rendendolo sfogliabile e scaricabile gratuitamente. Lo trovate qui.

Buona lettura, forza Taranto e… Cristaldi fangù.

Interviste e articoli sul caso Ilva

ilva_taranto ridNei giorni caldi della trattativa per la cessione dell’Ilva all’Arcelor Mittal, Giuliano ha espresso le sue opinioni attraverso vari media. Ecco una sintesi dei suoi interventi.

Qui si può trovare la registrazione di Tutta la città ne parla (Radio3) dello scorso 30 agosto dedicata al caso Ilva. L’intervento di Giuliano è a circa un terzo.
Qui si può leggere l’intervista, a cura di Attilio De Alberi, rilasciata al sito YOUng – Long Journalism, pubblicata lo scorso 7 settembre.
Qui sotto, infine, una riflessione pubblicata lo scorso 6 settembre sulla pagina Facebook di Venditori di fumo.

LA VERA SCELTA SULL’ILVA

Ora che (quasi) tutti hanno capito che Di Maio non chiuderà l’Ilva, come pure aveva promesso, risulta più chiaro quale sia la reale natura della scelta fatta da questo governo e dai precedenti sul colosso siderurgico. Scelta che non è tanto fra un’Ilva aperta e un’Ilva chiusa, ma fra il governare in prima persona o delegare ad altri un declino che è comunque inesorabile.

Il picco di occupati nello stabilimento tarantino si ebbe nel 1980 con 21.791 unità. Da allora abbiamo assistito a una costante emorragia. Comunque vada la trattativa sindacale in corso, è chiaro che la forza lavoro scenderà ulteriormente, assestandosi intorno alle 10.000 unità in tutto il Gruppo (quindi non solo a Taranto). Ma a ben vedere la forza lavoro effettiva, fra continue mobilità e casse integrazione, è già da tempo scesa sotto la soglia psicologica delle 10.000 persone.
Il punto principale, però, è un altro: cosa farà il Governo se Arcelor Mittal non rispetterà gli impegni assunti in materia di occupazione? E cosa succederà nel 2023, quando i proprietari della fabbrica saranno definitivamente liberi di sceglierne il destino? Che armi avremo per contrastare ulteriori riduzioni della forza lavoro o addirittura una chiusura degli impianti (forse a Mittal interessano i clienti dell’Ilva, più che i suoi impianti)?

Dal commissariamento dell’Ilva (2013), l’Italia ha speso un milione al giorno per tenere aperta la fabbrica. Ora mette sul tavolo altri 250 milioni per incentivare le uscite dei lavoratori in esubero. Prevedibile che in futuro allargherà ancora i cordoni della borsa per fare fronte ad altre catastrofi occupazionali. I governi susseguitisi in questi anni avrebbero potuto prendere atto della situazione gestendo, anche con l’aiuto degli appositi fondi europei, una dismissione e una riconversione economica che sarebbe comunque durata decenni. Hanno invece deciso di lasciare la regia del declino e della probabile disgregazione in mani private, salvo poi intervenire quando si tratterà di saldare il conto. Spettatori paganti, insomma.

Discorso analogo sul fronte ambientale. Si sarebbe potuto chiudere tutto e gestire il delicato processo di bonifica in solitudine (ma sempre supportati da appositi fondi), si sta invece passando la mano a un privato, che da un lato mette sul piatto soldi per l’adeguamento degli impianti, dall’altro però continua a produrre, quindi a inquinare, quindi a uccidere. E anche in questo caso il conto economico è salatissimo: pochi giorni fa, l’associazione Peacelink ha notificato al Ministero dell’Ambiente che sulla base della metodologia degli “aggregated damage costs” adottata dall’EEA (European Environment Agency), nel periodo 2008-2012 l’Ilva avrebbe causato esternalità negative da un minimo di 1.416 milioni di euro a un massimo di 3.617 milioni di euro.
Difficile che queste stime calino nei prossimi anni, considerando le singolari modalità del piano ambientale: anziché porre paletti precisi, nella procedura di gara rivolta a privati si chiedeva che fosse lo stesso acquirente a stilare il piano, introducendo poi un’abominevole immunità penale nella sua applicazione. Insomma, un tema con traccia a piacere e dallo svolgimento facoltativo.

Concludendo, una riflessione rivolta a tutti coloro che in questi anni si sono battuti per un futuro diverso e sostenibile di Taranto. Se da un lato è cambiato tutto (tramonto definitivo della prospettiva di una rapida chiusura), dall’altro nulla è cambiato. Le sfide rimangono le stesse: costruire alternative economiche per una città che in ogni caso sarà sempre meno siderurgica e non mollare di un centimetro nella difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. Su questo fronte è innegabile che negli ultimi anni, grazie al lavoro di molti, dei risultati sono stati ottenuti. Ma è altrettanto innegabile che si tratta di risultati ancora abbondantemente insufficienti, e che l’inaccettabile condizione in cui si trovano ancora i tarantini, richieda loro di continuare a lottare. Forza!

A Taranto il Ponte Morandi continua a crollare

ponte girevole Morandi Massimo StragapedeArticolo apparso sul Quotidiano di Puglia del 10 settembre 2008.

Per ottenere consensi, niente è più importante dello storytelling. Per questo, quando qualche giorno fa il Governatore della Liguria Toti ha dichiarato che il nuovo ponte sul Polcevera a Genova verrà costruito con l’acciaio dell’Ilva, ha messo a segno un ottimo punto. Operazione Ilva e ricostruzione del ponte come due segnali, simili e sinergici, di ripresa, di progresso, di fondata speranza in un futuro finalmente roseo, dopo il periodo di sfiducia e disorientamento che l’Italia sta vivendo. Questo, più o meno, il messaggio che si legge tra le righe della sua dichiarazione. Una “narrazione” che può andar bene ai genovesi, ma non ai tarantini. E, soprattutto, che non risponde al vero.

Genova può comprensibilmente vedere nel progetto del suo Renzo Piano il simbolo di una rinascita che aiuti a lenire la tragica ferita del crollo del Ponte Morandi. E nel vedere garantito il futuro dello stabilimento Ilva di Cornigliano può scorgere altri segnali di ottimismo. Il fatto è però che l’Ilva, – che è soprattutto Taranto – l’Ilva salvata da Calenda e Di Maio, l’Ilva ora di nuovo in mani private e per la prima volta in mani straniere, non è parente del ponte di Renzo Piano. Piuttosto è figlia della stessa epoca e dello stesso modo di fare che hanno dato vita al Morandi. Quegli anni 60 di industrializzazioni e cementificazioni selvagge, di crescita a tappe forzate perseguita letteralmente “come se non ci fosse un domani”, ponendo sì le basi per il boom economico, ma anche piantando dei semi maligni che negli anni successivi avrebbero iniziato a germinare. Il sacco edilizio, le costruzioni al risparmio, la devastazione delle coste e sì, anche quella fabbrica così grande e così vicina alla città, tirata su nel modo in cui faceva più male.

Nella favoletta a lieto fine di Toti, suona come una beffa per Taranto l’essere affiancata a Genova. Quella Genova dove già diversi anni fa, tra trionfalismi politici e sindacali, si ottenne la sospensione della nociva produzione siderurgica a caldo, produzione che, senza alcun clamore, fu spostata a Taranto andando ad aggravare una situazione già insostenibile. Quella Genova che, pur fra difficoltà e contraddizioni, è ormai entrata in una fase postindustriale, fra acquari all’avanguardia e iconiche opere di Renzo Piano (ancora lui). La stessa fase postindustriale che a Taranto è stata ancora una volta rimandata sine die.

No, l’Ilva che scongiura la chiusura e che passa di mano non è parente della “nuova Genova”. Piuttosto lo è della vecchia, quella dei ponti che crollano e delle alluvioni causate dalla devastazione dell’ambiente. Oggi a Taranto tirano legittimamente un sospiro di sollievo i lavoratori dell’Ilva che vedono confermata la propria occupazione, ma piange chiunque abbia capito che, grazie all’immunità penale concessa ad Arcelor Mittal nell’applicazione del Piano Ambientale, i drammi continueranno, e che la prospettiva dell’Ilva aperta, di per sé, non fermerà il declino della città.

Allo storytelling zuccheroso di Toti ne andrebbe opposto uno altrettanto suggestivo ma dal sapore decisamente più amaro. E più realistico. L’immagine l’ha elaborata Massimo Stragapede, un tarantino che dà sfogo alla sua traboccante creatività soprattutto con la scrittura e la fotografia. La foto del Ponte Girevole dimezzato, semicrollato, “morandizzato”, con l’ormai tristemente noto camion verde fermo a un passo dal baratro, assume un significato più preciso se le si affiancano delle cifre: quelle dei morti del Ponte Morandi (43) e quelle dei decessi attribuibili all’inquinamento industriale nel tarantino elaborate nelle perizie epidemiologiche del 2012. Queste cifre ci dicono che a Taranto, di ponti Morandi, ne crollano più di uno all’anno. Da decenni. E nulla, al momento, ci dice che smetteranno di crollare. Il tempo dell’ottimismo e dei sogni di rinascita, da queste parti, è ancora lontano.

Dall’acciaio alla canapa. Il video.

In Quante Storie, trasmissione di Raitre presentata da Corrado Augias, Giuliano ha raccontato la storia di Vincenzo Fornarocanapa2, l’allevatore tarantino che, dopo l’abbattimento del suo gregge contaminato da diossina, ha avviato una coltivazione sperimentale di canapa.
La canapa è una produzione emergente. Ha tantissimi usi (dall’alimentazione all’edilizia, dalla medicina all’energia) e una caratteristica: assorbe gli inquinanti presenti nel terreno. La scelta di Vincenzo ha quindi un forte valore simbolico. Ma non è solo simbolica: attorno alla canapa si sta formando nel tarantino una vera filiera: è stato già aperto un centro di prima trasformazione, uno dei due in Italia, mentre un imprenditore sta investendo sulla produzione di mattoni in calce e canapa.
Clicca qui per vedere il servizio, realizzato dal videomaker Raffaele Manco.

Il 25 settembre Venditori di fumo a Napoli

virgolettato quartaDomenica 25 settembre alle 10,30 presso la Sala Emeroteca di Villa Bruno (via Cavalli di bronzo, 22) a San Giorgio a Cremano (Napoli), Giuliano presenterà Venditori di fumo insieme a Eddy Sorge, attivista di Bancarotta di Bagnoli. Si alterneranno reading tratti da “La dismissione” di Ermanno Rea, a cura di Martina Romanello (Compagnia ‘A Menesta) e da “Venditori di fumo”, in un’alternanza tra Taranto e Bagnoli, presente certo e futuro incerto dell’Ilva.
Si tratta di uno degli eventi di Green World, Festival della Letteratura Ambientale, organizzato dalla Cooperativa Sociale Se.Po.Fà. nell’ambito della rassegna Ricomincio dai Libri.

Venerdì 20 novembre Venditori di fumo a Bari

Copertina Venditori di Fumo RIDVenerdì 20 novembre alle 18,30 Giuliano presenterà Venditori di fumo alla libreria Campus di Bari, in via Toma 76-78. Modererà l’ incontro Grazia Rongo giornalista di Telenorba. Interverranno Alessandro Cannavale, blogger de ‘Il Fatto Quotidiano’ e Patty L’Abbate, presidente del Circolo Mdf di Bari.
Con il patrocinio del Circolo Movimento Decrescita Felice di Bari e del network #inchiostrodipuglia

Venditori di fumo: la rassegna stampa aggiornata al 30 giugno

Copertina Venditori di Fumo RIDRassegna stampa aggiornata di Venditori di Fumo

L’intervista sul sito del Premio Marcellino De Baggis (30 maggio)
La recensione su “Epidemiologia e prevenzione” (marzo-aprile)
L’articolo di Giuliano su Globalist.it (22 maggio)
L’intervento a “Tutta la città ne parla” (Radio3), dal minuto 23,42 (19 maggio)
L’intervista di Michele Ungolo su Noiroma
L’articolo di Silvano Rubino sul Primo Maggio a Taranto, pubblicato su Il Fatto Quotidiano (27 aprile)
La recensione di Gabriele Ottaviani su Mangialibri
L’intervista di Azzurra Scattarella su vorrei.org (19 marzo)
L’intervista a Radio Machete (28 febbraio)
La recensione su Contropiano.org (26 febbraio)
La recensione su Lettera43 (21 febbraio)
La recensione su Charta Sporca (13 febbraio)
L’intervista a Radio Capodistria (11 febbraio)
Il resoconto su Febbrea90 (28 gennaio)
La recensione su A-Rivista Anarchica (28 gennaio)
L’articolo sulla Gazzetta di Lucca (24 gennaio)
L’intervista su Radio Alma (20 gennaio)
L’articolo-intervista su Extramagazine (16 gennaio)
L’articolo sull’Huffington Post (14 gennaio)
L’intervista al magazine Tipi Tosti (12 gennaio)
La videointervista del Corriere di Taranto (8 gennaio)
La recensione su Taranto Oggi (24 dicembre)
L’intervista su Inchiostro Verde (18 dicembre)
Il post su Ilfattoquotidiano.it (blog di Silvano Rubino) (16 dicembre)
La recensione su Repubblica Firenze (14 dicembre)
La recensione su Extra Magazine (28 novembre)
L’intervento a Il caffè di Raiuno (28 novembre)
La recensione su Alchimie (27 novembre)
La conversazione a Fahrenheit, Radio3 (26 novembre)
L’intervista-recensione su Metro online (22 novembre)
L’articolo su Metro (21 novembre)
Il resoconto sul Corriere del Mezzogiorno 1 2 3 (20 novembre)
L’intervista su Affaritaliani (17 novembre)
La segnalazione su La Gazzetta del Mezzogiorno (17 novembre)
La recensione su Lecceprima (15 novembre)
L’estratto sul Quotidiano di Puglia (4 novembre)

Giuliano a “Tutta la città ne parla” (Radio3)

IMG_9075ritClicca qui per ascoltare la puntata del 19 maggio 2015 di “Tutta la città ne parla” (Radio3), dedicata alla legge sugli ecoreati. Oltre a Giuliano (dal minuto 23,40), intervengono Stefano Ciafani (vicepresidente di Legambiente), Gianfranco Amendola (procuratore capo di Civitavecchia) e Raffaele Guariniello (Procuratore Generale di Torino).

Venditori di fumo il 9 maggio ad Altamura (BA) e il 10 a Matera

Altamura materaDue nuovi eventi di presentazione per Venditori di fumo, entrambi organizzati da Manifattura delle idee
Sabato 9 maggio alle 18,30 Guliano discuterà di impresa, territorio, sviluppo e informazione nel foyer del Teatro Mercadante di Altamura (BA).
Domenica 10 maggio alle 19: reading musicale, in collaborazione con Onyx, presso Casa Cava a Matera.

Venditori di fumo: 29 aprile a Roma, 30 aprile a Ladispoli

Copertina Venditori di Fumo RIDMercoledì 29 aprile alle 18,30 presso la sede dell’UNAR – Unione Nazionale Associazioni Regionali (via Ulisse Aldrovandi 16, zona Villa Borghese-Bioparco) Giuliano presenterà “Venditori di fumo” in compagnia di Mariano Sabatini. L’evento Facebook.
Giovedì 30, invece, Giuliano prenderà parte all’evento “Insieme alla letteratura”, in via Ancona 18/A a Ladispoli. Oltre a “Venditori di fumo” verrà presentato il romanzo “Una spiaggia troppo bianca” di Stefania Divertito. Inoltre si parlerà di biblioterapia. Inizio Evento: 17,30. Presentazione “Venditori di fumo”: 18,30. Info: inquelposto.redazione@gmail.com. L’evento Facebook.

Il brand di Taranto? La trasformazione

_web_images_tarantoBIGArticolo uscito sul Quotidiano di Puglia nei giorni scorsi.

Sabato 28 marzo presso l’Arsenale (Sala a Tracciare) si terrà il convegno “La Valorizzazione Culturale e Turistica dell’Arsenale di Taranto”, a cura della Fondazione Michelagnoli. Si tratta di un tema che, in modo curioso, è ben poco presente nel dibattito sul futuro della città, persino nelle parole dei più convinti assertori della cultura e del turismo come volano per il rilancio. Eppure la possibile restituzione di alcune aree militari rappresenta un’occasione enorme: dove altro, se non a Taranto, si dispone di un gigantesco e inesplorato museo a cielo aperto di archeologia industriale in pieno centro? Dove c’è un affaccio a mare ancora tutto da scoprire? L’abbattimento di parte del Muraglione aprirebbe delle prospettive simili a quelle viste a Genova con il recupero del Porto Antico: qualcosa in grado di cambiare il profilo fisico e la vocazione stessa della città, ma in perfetta coerenza con il suo passato recente.
Taranto non è solo Magna Grecia o Settimana Santa. Taranto non è un solo periodo storico, magari lontano secoli o millenni. A rendere speciale questa città è la sua storia nel complesso, l’intricato sovrapporsi di vicende diverse, di cui è la città stessa a doversi fare museo. Ecco: pur rendendo onore a ogni epoca della sua storia, sarebbe bello se il “brand” del rilancio di Taranto, in un momento così particolare, fosse proprio la trasformazione. E allora piuttosto che negare, cancellare o nascondere la storia di questa città nell’ultimo secolo e mezzo, sarebbe molto meglio raccontarla, e attraverso la “museificazione” e il riuso delle sue strutture, suggerire l’idea che appunto di storia in buona parte si tratta, e che altre storie si stanno scrivendo a partire da oggi. Sarebbe un errore madornale – oggi che certi crimini contro la salute e l’ambiente sono definitivamente venuti alla luce – accomunare in un indistinto sentimento di disprezzo gli effetti nefasti che l’industria (anche quella militare, altroché) ha avuto sulla città e le testimonianze storiche, architettoniche e culturali con cui la stessa industria ha lasciato la sua impronta su Taranto.
Il 2015 è l’Anno Europeo del Patrimonio Industriale. Ma a riportare alla ribalta il tema della restituzione e valorizzazione delle aree militari – di cui si discute da diversi anni ma sempre sottotraccia, in sordina – hanno contribuito soprattutto due novità legislative: la recente legge regionale “Valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale” e l’articolo 8 della legge 4 marzo 2015 n. 20, da molti detta la settima “Salva-Ilva”. Quell’articolo riguarda gli interventi di valorizzazione culturale e turistica da realizzarsi a Taranto, con particolare riferimento alla Città Vecchia e all’Arsenale. È in sostanza un atto di indirizzo, una specie di “suggerimento” dello Stato, non essendo previste risorse aggiuntive ma venendo solo indicato, come possibile finanziamento, un fondo già esistente e destinato al Mezzogiorno. Ci si potrebbe chiedere se per due linee di intervento apparentemente ovvie – puntare su Città Vecchia e Arsenale a fini culturali e turistici – la città avesse bisogno di imbeccate esterne. Alla prova dei fatti, bisogna concludere che la risposta è affermativa. Infatti, la Città Vecchia, rivitalizzata molto più dai privati che dal pubblico, langue fra crolli e incuria (emblematico il recente caso degli arredi antichi rubati e finiti ad alimentare i falò di San Giuseppe) mentre il baricentro della città si allontana sempre più dalla sua culla millenaria, condannando al declino non solo l’Isola ma ormai anche il Borgo. E l’archeologia industriale, come detto, è restata finora materia quasi esclusiva di esperti e iniziati. Un argomento di nicchia, ampiamente sottovalutato. C’è da augurarsi che il convegno di sabato possa far capire ai cittadini quali potenzialità si celano dietro al Muraglione.

Brindisi e Galatina (LE): il 18 e il 20 marzo due presentazioni in Puglia

Copertina Venditori di Fumo RIDIl 18 e 20 marzo Giuliano parlerà di Venditori di fumo in due eventi in Puglia. Ecco i dettagli.

Mercoledì 18 marzo, ore 18
presso Brindisi Bene Comune
Via di Porta Lecce, 80
Brindisi
Con Riccardo Rossi e Alessandro Marescotti

Venerdì 20 marzo, ore 18
Evento “Eclissi di Puglia. Mille veleni, un solo perché”
Palazzo della Cultura
Piazza Dante Alighieri, 51
Galatina (LE)
Con Luigi Paccione, Marco Potì, Luigi Russo, Riccardo Rossi e in collegamento Skype Stefania Divertito e Danilo Lupo. Modera Valentina Murrieri.

Venditori di fumo: la rassegna stampa aggiornata al 3 marzo

virgolettato quartaEcco una rassegna dei principali passaggi sui media di Venditori di fumo (aggiornata al 4 marzo 2015).

L’intervista a Radio Machete (28 febbraio)
La recensione su Contropiano.org (26 febbraio)
La recensione su Lettera43 (21 febbraio)
La recensione su Charta Sporca (13 febbraio)
L’intervista a Radio Capodistria (11 febbraio)
Il resoconto su Febbrea90 (28 gennaio)
La recensione su A-Rivista Anarchica (28 gennaio)
L’articolo sulla Gazzetta di Lucca (24 gennaio)
L’intervista su Radio Alma (20 gennaio)
L’articolo-intervista su Extramagazine (16 gennaio)
L’articolo sull’Huffington Post (14 gennaio)
L’intervista al magazine Tipi Tosti (12 gennaio)
La videointervista del Corriere di Taranto (8 gennaio)
La recensione su Taranto Oggi (24 dicembre)
L’intervista su Inchiostro Verde (18 dicembre)
Il post su Ilfattoquotidiano.it (blog di Silvano Rubino) (16 dicembre)
La recensione su Repubblica Firenze (14 dicembre)
La recensione su Extra Magazine (28 novembre)
L’intervento a Il caffè di Raiuno (28 novembre)
La recensione su Alchimie (27 novembre)
La conversazione a Fahrenheit, Radio3 (26 novembre)
L’intervista-recensione su Metro online (22 novembre)
L’articolo su Metro (21 novembre)
Il resoconto sul Corriere del Mezzogiorno 1 2 3 (20 novembre)
L’intervista su Affaritaliani (17 novembre)
La segnalazione su La Gazzetta del Mezzogiorno (17 novembre)
La recensione su Lecceprima (15 novembre)
L’estratto sul Quotidiano di Puglia (4 novembre)

Trieste e Bologna: dal 18 al 23 febbraio tre presentazioni di Venditori di fumo

Copertina Venditori di Fumo RIDDal 18 al 23 febbraio Giuliano parteciperà a tre eventi pubblici di presentazione di Venditori di fumo. Ecco i dettagli:

Mercoledì 18 febbraio, ore 17,30
Aula Magna dell’Università
Dipartimento di via Filzi, 14
Trieste
A cura di Associazione Charta Sporca e Libreria Indertat
Modera Stefano Tieri

Domenica 22 febbraio ore 18
Scuola Popolare di Musica Ivan Illich
Via Giuriolo, 7
Bologna

Lunedì 23 febbraio ore 14,45
IIS “Arrigo Serpieri”
Via Peglion, 25
Bologna
Evento aperto al pubblico
Gratuito per gli studenti; per gli esterni è gradito un contributo volontario
Info: chimicaserpieridg@gmail.com