Giuliano ha inviato un’email a Massimo Mucchetti, in risposta all’articolo scritto da quest’ultimo sul Corriere della Sera del 26 agosto (per visualizzarlo, cliccare sull’immagine oppure andare a pagina 1 di questo documento.
Qui sotto, il testo della risposta di Giuliano.
Gentile Mucchetti,
ho letto con interesse il suo articolo “L’Ilva e la lezione di Mani Pulite” apparso sul Corriere della Sera di oggi. Come giornalista e come tarantino vorrei fare alcune puntualizzazioni e rispondere ad alcune domande che lei pone.
A proposito dell’inquinamento a Taranto e a Milano (le due città in cui vivo), deve sapere che (forse) le due città sono paragonabili quanto a inquinamento da polveri, ma che a Taranto esiste un inquinamento da diossina, benzo(a)pirene, PCB e molte altre sostanze, che è almeno altrettanto pericoloso e ben più infido, poiché in molti casi è in grado di fissarsi nel dna e quindi di incidere per via ereditaria. In altre parole, se (forse) una persona di età avanzata, a Milano e a Taranto, ha lo stesso rischio di ammalarsi di tumore ai polmoni, d’altra parte un neonato tarantino corre molti più rischi di beccarsi una leucemia fulminante. Come può capire, sono argomenti molto delicati e dolorosi, quindi sarebbe opportuno parlarne con cognizione di causa.
Quanto ai quartieri vicino alla fabbrica, deve sapere che sono più vecchi della fabbrica di diversi decenni. Fu quindi la fabbrica a sorgere accanto ai quartieri, e non viceversa. Probabilmente questa errata convinzione l’ha maturata leggendo le dichiarazioni del ministro Clini, il quale è incorso nello stesso svarione (cosa ben più grave per un ministro dell’Ambiente che per un giornalista pur autorevole come lei).
Deve infine sapere che i Riva non hanno accantonato un fondo specifico di 350 milioni di euro. L’hanno fatto governo e regione Puglia, e comunque non si tratta di un fondo specifico poiché sono soldi che erano già stati stanziati, che in buona parte non sono destinati al miglioramento dell’ambiente e che in una certa misura non hanno ancora una copertura finanziaria.
Quanto alla magistratura, a mio parere la sua posizione nei confronti dell’Ilva è molto chiara e lineare (e credo che sia condivisa dalla maggior parte dei tarantini): l’Ilva deve smettere di inquinare (o perlomeno di inquinare oltre i limiti di legge) e uccidere. Se ciò sarà possibile mantenendo in funzione il grande stabilimento, saremo tutti contenti. Se ciò invece non sarà possibile, pur nella consapevolezza che si creerà un enorme problema, dovrà chiudere.
Cordialmente,
Giuliano Pavone